Lo squat, è probabilmente l’esercizio più famoso in assoluto. Rappresenta uno schema motorio di base (accosciata) ed è svolto sia con sovraccarichi (bilancieri o manubri) che a corpo libero (air squat). Come ogni esercizio multiarticolare è fortemente influenzato dalle caratteristiche anatomiche individuali che , almeno per quanto riguarda l’apparato locomotore passivo, sono ereditarie e non modificabili.
Questo schema motorio i bambini lo possiedono fin da piccoli, non è infatti raro vedere sul web foto e video di essi mentre “squattano”.
Oltre alla questione scheletrica, lo squat dipende anche dalla flessibilità muscolare e da fattori neurali, come ad esempio la corretta attivazione di determinati muscoli in certe fasi del movimento, ma ora ci interessa solo il primo punto.
Troppo spesso, erroneamente, si guarda l’ottima accosciata dei bambini e si fanno dei paragoni con quella imperfetta di quasi tutte le persone adulte, dando la colpa di questo peggioramento alla sedentarietà ed all’inferiore mobilità articolare. Benché ciò non sia del tutto errato, è sciocco soffermarsi solo su questi due fattori.
Come si può notare nelle due illustrazioni sopra, il rapporto fra i vari segmenti corporei durante la crescita varia moltissimo. In primis, se ci concentriamo sulle gambe, noteremo come il rapporto fra tibia e femore si modifichi parecchio. I bambini squattano divinamente perché hanno una distribuzione del peso diversa dagli adulti (basti guardare il testone) ed una tibia molto lunga rispetto al femore. In un uomo adulto, con un peso nella media (70 kg per esempio) la testa rappresenta indicativamente il 10% del peso corporeo totale, nel neonato invece arriva addirittura ad essere 1/4 del peso corporeo totale (25% circa). Non è un caso che tanti powerlifters e/o pesisti particolarmente bassi riescano ad eseguire accosciate molto verticali, generando una grande forza.
«Innanzitutto, la dimensione della testa gioca un ruolo importante. Un bambino di 2 anni ha già la testa che raggiunge i 3/4 della sua piena crescita, anche se il fisico è indicativamente al 20-30% della sua dimensione corporea finale in termini di peso e forse al 40-50% del proprio sviluppo in termini di altezza. Ciò significa che quando i bambini squattano la testa fornisce più peso anteriormente rispetto al centro di massa di un adulto, che avrà invece molto più peso intorno alle anche e uno spostamento verso dietro del fisiologico centro di massa. Ciò rende più facile accovacciarsi in profondità per un bambino, in quanto egli può “sedersi” molto più facilmente nel movimento. […] La lunghezza delle gambe è passata da solo il 30% della loro altezza totale (nei neonati, ndr) al 48% della loro altezza totale (negli adolescenti, ndr)».1
Va tenuto anche conto che l’osso iliaco (ileo, ischio e pube) arriva ad una completa saldatura attorno all’età di 25 anni e ciò può avere un certo peso sulla mobilità articolare individuale. Inoltre, come segnalato qui, i neonati tendono ad avere un rapporto larghezza-profondità acetabolare (acetabular width to depth ratio)2 molto maggiore rispetto agli adulti. Questo adattamento che si palesa durante la crescita permette all’uomo adulto di rimanere efficientemente in stazione eretta, sopportando meglio il peso, ma inficierà sulla profondità dell’accosciata.
Risulta quindi chiaro che cercare di imitare i bambini nel loro “baby squat” sia assolutamente inutile dato che le persone adulte, o comunque già in fase di sviluppo, non hanno le loro medesime caratteristiche fisiche, tutt’altro.
Grazie per l’attenzione.
Bibliografia
1 Somerset D. – Why Adults Can’t Squat Like Babies and Should Stop Trying To (link; 2014)
2 Sera F, Rosendahl K, Laborie L, et al. – Fetal, infant, and childhood growth and acetabular hip dysplasia at skeletal maturity: findings from a prospective study with follow up from newborn to adult life. Archives of Disease in Childhood 2012;97:A2
Weineck J. – Biologia dello sport (Calzetti Mariucci, 2013)
PersonalTrainingdot.com – Squat like a BABY??!! (2015)