Nello scorso articolo ve le avevo accennate, ora, come promesso, andró ad approfondirle.
L’abilità (skill) è un movimento che dipende, per la sua esecuzione, dalla pratica e dall’esperienza e tutt’altro che geneticamente determinato. E’ un movimento appreso ed è una componente essenziale
dello sport, il quale abilita un soggetto a produrre determinati risultati con la massima convinzione e, spesso, con il minimo dispendio di energie (Kent, 1996).
Invece, le abilità motorie (motor skills) sono componenti automatizzate dell’attività consapevole dell’uomo, che vengono consolidate esercitandole ripetutamente. Si svolgono automaticamente, cioè senza la nostra attenzione consapevole e sono associate all’attività muscolare per fini sportivi.
Il conceto di abilità può essere così espresso in due modi: tramite un compito motorio e con le caratteristiche che distinguono abili e meno abili.
- Compito motorio: diverse dimensioni, caratteristiche principali
Le diverse dimensioni che distinguono un compito motorio sono:
- Modalità di organizzazione del compito
- Importanza relativa di elementi motori o cognitivi
- Livello di prevedibilità dell’ambiente
1) Modalità di organizzazione del compito
2) Importanza relativa di elementi motori o cognitivi
3) Livello di prevedibilità dell’ambiente
E quali sono invece le caratteristiche che distinguono un soggetto abile da uno meno abile?
- Massima sicurezza di raggiungere l’obiettivo, minimo dispendio di energia e tempo minimo di movimento.
Classificazione unidimensionale delle abilità motorie
Classificazione bidimensionale delle abilità motorie
Le abilità motorie, come avrete già capito, sono parte integrante dello sport. Il pesista che si porta quasi due quintali sopra la testa ha bisogno di enormi capacità coordinativo-condizionali e di abilità motorie estremamente sviluppate. Oppure pensiamo al pugile che ad ogni allenamento salta per 15 minuti la corda, quel gesto di saltare la corda è per lui una skill. Anche fare la verticale nella ginnasta artistica è una skill e così via, gli esempi potrebbero essere infiniti.
Prendiamo il ginnasta (o l’atleta calistenico) che non è ancora espertissimo e vorrebe imparare a fare la croce agli anelli (iron cross rings). E’ una skill, quindi è allenabile! L’individuo in questione la apprenderà piano piano nel tempo, arrivandoci per propedeutiche, migliorando le proprie capacità condizionali (forza generale, resistente e isometrica del gran pettorale, deltoidi ecc.) e quelle coordinative (capacità di equilibrio e, se all’interno di una gara, capacità di differenziazione motoria e abbinamento dei movimenti).
Nella foto sopra: Matteo “Deuanuis” Spinazzola.
Quindi per concludere, le abilità morie…
- Sono riferite ad un obiettivo da raggiungere
- Sono volontarie
- Devono essere apprese (o, se non allenate per molto tempo, riapprese)
- Per essere portate a termine necessitano di un movimento
- Sono sottese alle capacità motorie
Grazie per l’attenzione.
Bibliografia
Jürgen Weineck – L’allenamento ottimale (Calzetti Mariucci; 2 ediz., 2009)
Richard Schmidt e Craig Wrisberg – Apprendimento motorio e prestazione (Società Stampa Sportiva, 2000)