Categoria: Biologia dello sport

  • Basi di endocrinologia (1/3)

    Basi di endocrinologia (1/3)

    L’endocrinologia è quella branca della medicina che studia il sistema endocrino, le sue ghiandole ed i relativi ormoni.

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    In questo articolo cercheremo di fornire una panoramica generale sull’abc dell’endocrinologia applicato all’esercizio fisico. Buona lettura!

    Sistema endocrino, le basi da conoscere

    Le ghiandole che formano il sistema endocrino hanno come scopo quello di secernere ormoni. Le ghiandole endocrine son (altro…)

  • Articolazioni: le basi da conoscere

    Articolazioni: le basi da conoscere

    Tutte le ossa dello scheletro si uniscono tra di loro attraverso articolazioni, o per continuità o per contiguità.

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    Le articolazioni continue prendono il nome di sinartrosi dove la continuità è caratterizzata dalla interposizione di un tessuto cartilagineo fibroso (sono la maggioranza delle articolazioni). Quelle per contiguità invece (altro…)

  • Il tessuto connettivo

    Il tessuto connettivo


    Il tessuto connettivo, o di sostegno, serve a strutturare le intelaiature che connettono, sostengono e contengono i tessuti. Vengono classificati in differenti tipi a seconda della loro natura e proprietà e sono caratterizzati dalla massiccia presenza di matrice intercellulare. Ha inoltre funzione di protezione, difende infatti l’organismo da urti e traumi.

    tessuto-connettivo

    Nell’organismo umano si distinguono:

    • cellule liberamente fluttuanti in materia fluida (assenza il miofibrille);
    • cellule in matrice semi solida-gelatinosa (presenza di sottili fibrille);
    • cellule in matrice semi solida (sottile rete di fibre extra cellulari), suddivise in: tessuto reticolare, tessuto fibroso lasso o areolare, tessuto fibroso denso o bianco, tessuto elastico, tessuto adiposo ed tessuto tendineo;
    • cellule in matrice solida ma elastica (presenza di fibre) formate da: cartilagine ialina, cartilagine fibrosa bianca, cartilagine fibrosa gialla o elastica;
    • cellule in matrice solida (rigida).

    In base alla composizione, il tessuto connettivo può essere denso o lasso. Nel primo abbonda la componente fibrosa: tessuto connettivo denso fibroso (fibre collagene di tipo I) e tessuto connettivo denso elastico (fibre elastiche, elastina). Nel secondo, più diffuso, abbonda invece la sostanza amorfa (acellulare). Il tessuto connettivo lasso, in base alla sua composizione fibrosa, può essere suddiviso come segue: tessuto connettivo lasso fibroso (fibre collagene di tipo I), reticolare (fibre collagene di tipo III) ed elastico (fibre elastiche).

    Altri tipi di tessuto come quello adiposo, osseo e cartilagineo sono a loro volta considerabili dei particolari tessuti connettivi.

    Grazie per l’attenzione!


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    Referenze e approfondimenti

    Monesi V. – Istologia (Piccin-Nuova Libraria 7a ediz., 2018)

    Urso A. – Le basi dell’allenamento sportivo (Calzetti Mariucci, 2012)

  • I movimenti dell’omero (video)

    I movimenti dell’omero (video)

    Per evitare che vada perso, consiglio caldamente a tutti di visionare questo interessantissimo video creato da Domenico Aversano (Skeptical Dragoon) che mostra con semplicità, attraverso degli esempi pratici, tutti i movimenti dell’omero sui vari piani di movimento. Buona visione!

    Per approfondimenti sui piani di movimento, ritmo scapolo-omerale ed ossa vi rimandiamo ai soliti articoli:

    Grazie per l’attenzione.

  • Il tessuto osseo

    Il tessuto osseo

    Il tessuto osseo è da considerarsi un tessuto assolutamente vivo. Infatti, all’interno dello stesso avvengono, oltre ai normali processi di crescita, tutta una serie di altri processi tipici della materia vivente, assunzione di materiale come fonte di nutrimento e rimozione dei prodotti di rifiuto.

    Radius and Ulna Bones

    Il tessuto osseo è costituito prevalentemente da cellule ossee chiamate osteociti, da fibre di collagene, sostanze cementate e sali minerali. I sali più importanti sono: il fosfato di calcio, il carbonato di calcio ed il fosfato di magnesio. Un osso privo o con contenuti insufficienti di questi elementi renderebbe vulnerabile lo stesso (es. rachitismo). Il processo di calcificazione delle ossa, la loro crescita e il loro rinnovamento, avvengono attraverso l’incessante opera degli osteoblasti, particolari cellule in grado di produrre matrice ossea e di depositarla.

    collagene

    La matrice ossea prodotta dagli osteoblasti presenta dei filamenti lunghi, composti da fibre sottili impregnate di collagene, dove si vanno a depositare i sali di calcio provenienti dal sangue. Dopo questa fase, detta calcificazione, le cellule ritirano parte dei loro prolungamenti e si trasformano in vere e proprie cellule ossee, osteociti, il cui compito è quello di verificare che vi sia assoluto bilanciamento negli scambi di sali tra sangue rosso. La calcificazione è dunque un processo costante nel tempo, regolato dall’attività di osteociti e osteoblasti, la cui azione è inversamente proporzionale negli anni (nell’arco di una vita intera si riesce a rinnovare completamente le cellule dell’intera struttura ossea dell’uomo). L’ossificazione (processo tramite cui il tessuto mesenchimale è trasformato in tessuto osseo) puó essere distinta in:

    • ossificazione diretta, attraverso la trasformazione delle cellule mesenchimali in osteoblasti e successivamente in osteociti;
    • ossificazione condrale, per il processo di trasformazione della cartilagine in osso da parte delle cellule dette condroclasti. Questo processo si suddivide a sua volta in ossificazione encondrale (l’ossificazione avviene all’interno della struttura cartilaginea epifasaria) e ossidificazione pericondrale (l’ossificazione ha origine nella struttura pericondrale diafisaria).

    L’impalcatura ossea dell’uomo è costituita, in età adulta, da circa 208 ossa unite fra loro dalle articolazioni. Sulle ossa vi sono le inserzioni dei muscoli e insieme costituiscono l’apparato locomotore. Lo scheletro, oltre a partecipare passivamente al movimento, ha funzioni di protezione di alcuni organi; tali funzioni sono effettuate tramite strutture rinforzati e costituenti le cavità del corpo umano (cavità toracica, cranio ecc.). Dalle ossa, l’organismo preleva parte del calcio necessario per le sue funzioni.

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    Suddivisione numerica delle ossa

    Le ossa possono essere:

    • ossa lunghe
    • ossa corte
    • ossa irregolari
    • ossa piatte (o pneumatiche).

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    Nelle ossa lunghe, si classificano le due parti terminali con il nome di epifisi mentre la parte centrale viene detta diafisi.

    Epifisi e diafisi sono divise da una struttura cartilaginea chiamata, appunto, cartilagine di coniugazione (o metafisaria). Questo tipo di cartilagine comincia ad esaurirsi tra i 16 ed i 18 anni, a livello dell’omero. L’ultima a sparire e quella del radio tra i 21 e i 25 anni.

    La sezione di un osso puó presentarsi come struttura di tipo omogeneo oppure a trabecole (unità di organizzazione del tessuto osseo spugnoso) intersecanti con delimitazione degli spazi. La struttura trabecolare (o spugnosa) è presente maggiormente nei nuclei centrali delle ossa brevi e in quelle epifisarie delle ossa lunghe ed ha la funzione di razionalizzare i carichi di pressione a cui l’osso è sottoposto. Tutte le ossa a loro volta sono rivestite esternamente da una particolare membrana, detta periostio, alla quale si collegano parecchi sensori nervosi e vasi capillari che nutrono l’osso attraverso i forami nutritivi (canali nutrizi). Le ossa lunghe contenenti midollo osseo presentano, all’interno della loro cavità diafisaria, una membrana di protezione detta endostio.

    Il midollo osseo si divide nel seguente modo:

    • rosso: la cui funzione è quella di produrre globuli rossi, piastrine e globuli bianchi;
    • giallo: derivante da una trasformazione quello rosso, riempie quasi tutte le cavità delle ossa lunghe nell’uomo adulto;
    • gelatinoso: costituito dalla trasformazione dei tessuti adiposi del midollo giallo ed è fortemente rappresentativo negli anziani e nelle persone debilitate.

    Grazie per l’attenzione!



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    Bibliografia

    Weineck J. – Biologia dello sport (2013)

    Bortolin M. – Anatomia (Dispense Universitarie SUISM)

    Urso A. – Le basi dell’allenamento sportivo (2012)

  • Il tessuto nervoso

    Il tessuto nervoso

    Il tessuto che costituisce il sistema nervoso è formato dai neuroni, cellule altamente specializzate in grado di trasmettere segnali, riceverli ed analizzarli. Essi sono un po’ i mattoni del cervello umano. Si stima che solo nell’encefalo ce ne siano circa 86 miliardi. Di neuroni all’interno del sistema nervoso se distinguono tre tipologie:

    • di tipo motorio, che trasmettono segnali dall’encefalo e dal midollo a tutti gli organi effettori deputati al movimento (muscoli, ghiandole);
    • sensitivo, preposti alla trasmissione di tutti i dati dall’esterno verso il sistema nervoso centrale;
    • associativo, in grado di far comunicare neuroni di tipo diverso tra l’encefalo e il midollo spinale.
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    Illustrazione di un motoneurone. Possiamo osservare il dendrite, l’assone, la mielina, la fibra muscolare e la giunzione neuromuscolare.

    Parti fondamentali del neurone sono l’assone ed i dendriti. L’assone, come illustrato sopra, è un prolungamento a distanza che conduce impulsi. Ogni neurone possiede solamente un assone che serve appunto per trasportare le informazione agli altri neuroni.

    I dendriti invece sono brevi prolungamenti che catturano i segnali e informazioni, e le trasportano all’interno del neurone.

    Nel tessuto nervoso esistono anche delle cellule che non hanno né capacità di ricezione né tantomeno di trasmissione, queste particolari cellule vengono chiamate accessorie o di sostegno (es. cellule di Schwann). I neuroni, a seconda del compito da svolgere, si differenziano in dimensione e forma, corredandosi di particolari terminazioni chiamate assoni, a loro volta muniti di particolari strutture dette dendriti (fig. sopra).

    A seconda del numero di questi prolungamenti, i neuroni sono classificabili in:

    • neuroni multipolari, che costituiscono prevalentemente i neuroni motori inglobati nel sistema efferente dove trasmettono impulsi dal centro verso la periferia;
    • neuroni bipolari, così chiamati perché innervano una sola cellula in opposti poli disponendo un sistema di trasmissione (sistema dendritico) e un sistema di ricezione (sistema assonico);
    • neuroni unipolari, costituenti la struttura delle radici posteriori dei nervi spinali, possiedono solamente un breve prolungamento biforcato. La caratteristica delle cellule funicolari è solo di funzione sensitiva.

    Ogni singolo neurone potrebbe essere visto come una microscopica rete governata dalle istruzioni genetiche che essa stessa contiene.

    I neuroni possono comunicare con le altre cellule tramite le sinapsi. Le informazioni non si trovano tanto nelle cellule (neuroni) quanto fra le sinapsi (figura a sinistra).

    E’ da ricordare anche la presenza delle cellule gliali, particolari cellule in grado di nutrire, ossigenare e “ripulire” i neuroni, garantendo loro un’elevata efficienza. Esse, regolano inoltre la velocità, ricoprendoli di mielina, una sostanza grassa e biancastra che ne “amplifica il segnale”.

    Sopra potete osservare dei neuroni che, in vitro, creano delle connessioni.

    Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo ai libri di testo citati fra le referenze in fondo alla pagina.

    Grazie per l’attenzione.


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    Bibliografia

    Weineck J. – Biologia dello sport (Calzetti Mariucci, 2013)
    Urso A. – Le basi dell’allenamento sportivo (Calzetti Mariucci; 2a ediz., 2013)
    Magrini M. – Cervello, manuale dell’utente (Giunti Editore, 2017)

  • Sonno e rischio infortuni

    Sonno e rischio infortuni

    In passato avevamo ampiamente parlato del sonno e dei suoi effetti sulla salute e sulla performance sportiva. Ora, andremo ad approfondire anche la questione infortuni. Buona lettura!

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    Per trattare questo argomento prenderemo in esame uno studio di Milewski M. D. e colleghi [1] risalente al 2014. (altro…)

  • Il tessuto epiteliale

    Il tessuto epiteliale

    Cosa sono i tessuti? I tessuti sono un insieme di cellule differenziate tra loro, più i loro derivati. Come è noto a tutti, più tessuti insieme formano gli organi. Nell’organismo si distinguono (altro…)

  • Allenamento della propriocezione per la prevenzione degli infortuni

    Allenamento della propriocezione per la prevenzione degli infortuni

    volleyball-ankle-guards-airex-padL’allenamento propriocettivo, molto in voga negli ultimi anni, come ormai assodato in letteratura scientifica, è un ottimo mezzo per migliorare la percezione ed il controllo motorio, l’equilibrio e prevenire gli infortuni. In questo articolo ci concentreremo proprio su quest’ultimo punto.

    Da definizione, la propriocezione altro non è che la capacità di percepire e riconoscere i segmenti corporei nello spazio ed il grado di  (altro…)

  • Allenamento parallelo di forza e resistenza: vantaggi e svantaggi

    Allenamento parallelo di forza e resistenza: vantaggi e svantaggi

    Allenare più capacità organico-muscolari sia un contesto competitivo che salutistico ha i suoi pro e contro, come ogni cosa del resto. In questo articolo vedremo cosa comporta abbinare gli allenamenti mirati all’incremento della forza massimale e quelli finalizzati al miglioramento della resistenza aerobica (endurance), dispensando un po’ di consigli pratici. (altro…)