Tag: istologia

  • Muscoli adduttori: anatomia e rinforzo  per la prevenzione infortuni

    Muscoli adduttori: anatomia e rinforzo per la prevenzione infortuni

    Alcuni muscoli del corpo umano se particolarmente deboli, possono aumentare il rischio di incappare in problematiche muscolo-scheletriche. In questa categoria rientrano i muscoli adduttori. Buona lettura!

    Cenni di anatomia

    Gli adduttori sono i muscoli, detto banalmente, dell’interno coscia. Si dividono in adduttore breve, adduttore lungo, grande adduttore, muscolo pettineo e gracile.

    add

    Origine → inserzione → azione (altro…)

  • Il tessuto connettivo

    Il tessuto connettivo


    Il tessuto connettivo, o di sostegno, serve a strutturare le intelaiature che connettono, sostengono e contengono i tessuti. Vengono classificati in differenti tipi a seconda della loro natura e proprietà e sono caratterizzati dalla massiccia presenza di matrice intercellulare. Ha inoltre funzione di protezione, difende infatti l’organismo da urti e traumi.

    tessuto-connettivo

    Nell’organismo umano si distinguono:

    • cellule liberamente fluttuanti in materia fluida (assenza il miofibrille);
    • cellule in matrice semi solida-gelatinosa (presenza di sottili fibrille);
    • cellule in matrice semi solida (sottile rete di fibre extra cellulari), suddivise in: tessuto reticolare, tessuto fibroso lasso o areolare, tessuto fibroso denso o bianco, tessuto elastico, tessuto adiposo ed tessuto tendineo;
    • cellule in matrice solida ma elastica (presenza di fibre) formate da: cartilagine ialina, cartilagine fibrosa bianca, cartilagine fibrosa gialla o elastica;
    • cellule in matrice solida (rigida).

    In base alla composizione, il tessuto connettivo può essere denso o lasso. Nel primo abbonda la componente fibrosa: tessuto connettivo denso fibroso (fibre collagene di tipo I) e tessuto connettivo denso elastico (fibre elastiche, elastina). Nel secondo, più diffuso, abbonda invece la sostanza amorfa (acellulare). Il tessuto connettivo lasso, in base alla sua composizione fibrosa, può essere suddiviso come segue: tessuto connettivo lasso fibroso (fibre collagene di tipo I), reticolare (fibre collagene di tipo III) ed elastico (fibre elastiche).

    Altri tipi di tessuto come quello adiposo, osseo e cartilagineo sono a loro volta considerabili dei particolari tessuti connettivi.

    Grazie per l’attenzione!


    oc
    Referenze e approfondimenti

    Monesi V. – Istologia (Piccin-Nuova Libraria 7a ediz., 2018)

    Urso A. – Le basi dell’allenamento sportivo (Calzetti Mariucci, 2012)

  • Il tessuto osseo

    Il tessuto osseo

    Il tessuto osseo è da considerarsi un tessuto assolutamente vivo. Infatti, all’interno dello stesso avvengono, oltre ai normali processi di crescita, tutta una serie di altri processi tipici della materia vivente, assunzione di materiale come fonte di nutrimento e rimozione dei prodotti di rifiuto.

    Radius and Ulna Bones

    Il tessuto osseo è costituito prevalentemente da cellule ossee chiamate osteociti, da fibre di collagene, sostanze cementate e sali minerali. I sali più importanti sono: il fosfato di calcio, il carbonato di calcio ed il fosfato di magnesio. Un osso privo o con contenuti insufficienti di questi elementi renderebbe vulnerabile lo stesso (es. rachitismo). Il processo di calcificazione delle ossa, la loro crescita e il loro rinnovamento, avvengono attraverso l’incessante opera degli osteoblasti, particolari cellule in grado di produrre matrice ossea e di depositarla.

    collagene

    La matrice ossea prodotta dagli osteoblasti presenta dei filamenti lunghi, composti da fibre sottili impregnate di collagene, dove si vanno a depositare i sali di calcio provenienti dal sangue. Dopo questa fase, detta calcificazione, le cellule ritirano parte dei loro prolungamenti e si trasformano in vere e proprie cellule ossee, osteociti, il cui compito è quello di verificare che vi sia assoluto bilanciamento negli scambi di sali tra sangue rosso. La calcificazione è dunque un processo costante nel tempo, regolato dall’attività di osteociti e osteoblasti, la cui azione è inversamente proporzionale negli anni (nell’arco di una vita intera si riesce a rinnovare completamente le cellule dell’intera struttura ossea dell’uomo). L’ossificazione (processo tramite cui il tessuto mesenchimale è trasformato in tessuto osseo) puó essere distinta in:

    • ossificazione diretta, attraverso la trasformazione delle cellule mesenchimali in osteoblasti e successivamente in osteociti;
    • ossificazione condrale, per il processo di trasformazione della cartilagine in osso da parte delle cellule dette condroclasti. Questo processo si suddivide a sua volta in ossificazione encondrale (l’ossificazione avviene all’interno della struttura cartilaginea epifasaria) e ossidificazione pericondrale (l’ossificazione ha origine nella struttura pericondrale diafisaria).

    L’impalcatura ossea dell’uomo è costituita, in età adulta, da circa 208 ossa unite fra loro dalle articolazioni. Sulle ossa vi sono le inserzioni dei muscoli e insieme costituiscono l’apparato locomotore. Lo scheletro, oltre a partecipare passivamente al movimento, ha funzioni di protezione di alcuni organi; tali funzioni sono effettuate tramite strutture rinforzati e costituenti le cavità del corpo umano (cavità toracica, cranio ecc.). Dalle ossa, l’organismo preleva parte del calcio necessario per le sue funzioni.

    ossa
    Suddivisione numerica delle ossa

    Le ossa possono essere:

    • ossa lunghe
    • ossa corte
    • ossa irregolari
    • ossa piatte (o pneumatiche).

    epifisi_diafisi

    Nelle ossa lunghe, si classificano le due parti terminali con il nome di epifisi mentre la parte centrale viene detta diafisi.

    Epifisi e diafisi sono divise da una struttura cartilaginea chiamata, appunto, cartilagine di coniugazione (o metafisaria). Questo tipo di cartilagine comincia ad esaurirsi tra i 16 ed i 18 anni, a livello dell’omero. L’ultima a sparire e quella del radio tra i 21 e i 25 anni.

    La sezione di un osso puó presentarsi come struttura di tipo omogeneo oppure a trabecole (unità di organizzazione del tessuto osseo spugnoso) intersecanti con delimitazione degli spazi. La struttura trabecolare (o spugnosa) è presente maggiormente nei nuclei centrali delle ossa brevi e in quelle epifisarie delle ossa lunghe ed ha la funzione di razionalizzare i carichi di pressione a cui l’osso è sottoposto. Tutte le ossa a loro volta sono rivestite esternamente da una particolare membrana, detta periostio, alla quale si collegano parecchi sensori nervosi e vasi capillari che nutrono l’osso attraverso i forami nutritivi (canali nutrizi). Le ossa lunghe contenenti midollo osseo presentano, all’interno della loro cavità diafisaria, una membrana di protezione detta endostio.

    Il midollo osseo si divide nel seguente modo:

    • rosso: la cui funzione è quella di produrre globuli rossi, piastrine e globuli bianchi;
    • giallo: derivante da una trasformazione quello rosso, riempie quasi tutte le cavità delle ossa lunghe nell’uomo adulto;
    • gelatinoso: costituito dalla trasformazione dei tessuti adiposi del midollo giallo ed è fortemente rappresentativo negli anziani e nelle persone debilitate.

    Grazie per l’attenzione!



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    Bibliografia

    Weineck J. – Biologia dello sport (2013)

    Bortolin M. – Anatomia (Dispense Universitarie SUISM)

    Urso A. – Le basi dell’allenamento sportivo (2012)

  • Il tessuto epiteliale

    Il tessuto epiteliale

    Cosa sono i tessuti? I tessuti sono un insieme di cellule differenziate tra loro, più i loro derivati. Come è noto a tutti, più tessuti insieme formano gli organi. Nell’organismo si distinguono (altro…)

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    La cellula, dove tutto ha inizio

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